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Bilancio di sostenibilità ESG: una nuova frontiera per le imprese e il ruolo strategico del commercialista

  • Marzia Nonne
  • 1 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

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Negli ultimi anni, l’attenzione verso i temi della sostenibilità ambientale, sociale e della governance – riassunti nell’acronimo ESG (Environmental, Social, Governance) – ha acquisito una centralità crescente nel panorama economico e normativo, sia a livello europeo che nazionale. In questo contesto, il bilancio di sostenibilità si sta rapidamente affermando come uno strumento imprescindibile per imprese di ogni dimensione che intendano non solo rispondere a obblighi normativi, ma anche rafforzare la propria reputazione, attrarre investitori consapevoli e contribuire concretamente agli obiettivi di sviluppo sostenibile.


Cos’è il bilancio di sostenibilità

Il bilancio di sostenibilità – o report ESG – è un documento volontario (ma sempre più spesso obbligatorio per molte imprese) che integra le informazioni finanziarie tradizionali con dati qualitativi e quantitativi relativi all’impatto ambientale, sociale e alla governance aziendale. Questo tipo di rendicontazione consente di rappresentare in modo trasparente le strategie adottate dall’impresa per ridurre le emissioni, valorizzare le risorse umane, promuovere l’inclusione, garantire una gestione etica e responsabile, e molto altro ancora.

Con l’entrata in vigore della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD), la redazione del bilancio di sostenibilità diventa progressivamente obbligatoria per un numero crescente di imprese, a partire dalle grandi società quotate per poi coinvolgere, nel tempo, anche le PMI.


Il ruolo centrale del commercialista

In questo scenario di transizione sostenibile, il commercialista assume un ruolo sempre più strategico. Non si tratta più solo di un tecnico contabile, ma di un consulente trasversale in grado di guidare l’impresa nell’adozione di modelli di rendicontazione non finanziaria, nella valutazione degli impatti ESG, nella definizione di obiettivi misurabili e nella verifica della loro attuazione.

Tra le attività che un commercialista può (e deve) presidiare vi sono:

  • l’individuazione dei parametri ESG rilevanti per il settore e le dimensioni dell’impresa;

  • la mappatura dei processi aziendali con potenziale impatto ambientale e sociale;

  • la raccolta e la validazione dei dati extra-finanziari;

  • il supporto nella redazione del bilancio di sostenibilità secondo gli standard internazionali (GRI, ESRS, SASB, ecc.);

  • il dialogo con gli stakeholder, inclusi finanziatori, clienti e fornitori sensibili alle tematiche ESG;

  • la collaborazione con altri professionisti, come consulenti ambientali, legali e revisori ESG.


Opportunità per le imprese e valore aggiunto per il professionista

L’approccio alla sostenibilità non deve essere percepito come un adempimento formale, ma come una leva competitiva. Le imprese che integrano criteri ESG nella propria strategia riescono ad accedere con maggiore facilità a finanziamenti agevolati, a bandi pubblici, a partnership internazionali e godono di una migliore percezione da parte del mercato e dei consumatori.


Per il commercialista, tutto ciò si traduce in un’opportunità concreta di valorizzare la propria consulenza, diversificare i servizi offerti e costruire relazioni di lungo periodo con clienti sempre più consapevoli e orientati al futuro.

 
 
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