DALL'IDEA ALL'IMPRESA: AL VIA RESTO AL SUD 2.0
- Marzia Nonne
- 4 nov
- Tempo di lettura: 2 min

Resto al Sud 2.0: cosa cambia e quali sono le novità per chi vuole avviare o consolidare un’impresa nel Mezzogiorno.
Resto al Sud 2.0 rappresenta la nuova evoluzione del programma di sostegno promosso dal Governo e gestito da Invitalia, nato con l’obiettivo di favorire lo sviluppo imprenditoriale e la crescita economica nel Mezzogiorno, attraverso contributi economici maggiorati e strumenti ulteriormente potenziati rispetto alla versione precedente. Questa nuova misura introduce interventi più incisivi, con maggiore liquidità disponibile e criteri aggiornati, con l’intento di stimolare non soltanto l’avvio di nuove attività, ma anche la transizione digitale, la modernizzazione dei processi e la creazione stabile di nuova occupazione nelle regioni meridionali.
Resto al Sud 2.0 è rivolto a chi intende avviare o sviluppare un’attività imprenditoriale in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle isole minori marine, nelle zone colpite dagli eventi sismici del Centro Italia e nei Comuni delle ZES. La nuova versione amplia la platea dei beneficiari e introduce strumenti per rafforzare il patrimonio netto dell’impresa, valorizzando maggiormente i progetti innovativi, le attività ad alto valore aggiunto e i processi di trasformazione digitale.
Come funzionano gli incentivi
Il nuovo schema finanziario di Resto al Sud 2.0 prevede un mix tra contributi a fondo perduto e strumenti finanziari, con una logica più vicina ai programmi europei strutturali, pensata non più soltanto per sostenere l’avvio dell’attività, ma per creare imprese economicamente solide, capitalizzate e competitive nel medio-lungo periodo. Le agevolazioni possono coprire investimenti materiali, attrezzature e macchinari, software, digitalizzazione e tecnologie 4.0, marketing e comunicazione digitale, formazione specializzata, consulenze e spese di avviamento.
Chi può accedere
Resto al Sud 2.0 è destinato a nuove imprese, imprese già costituite, professionisti e startup innovative che rispettano i requisiti territoriali e anagrafici previsti dalla normativa. Una delle novità principali è l’apertura anche a percorsi di consolidamento di realtà già esistenti, non solo alla fase di start up.
Resto al Sud 2.0 in Sardegna
La Sardegna rappresenta uno dei territori dove Resto al Sud 2.0 potrà avere l’impatto maggiore, perché gran parte del tessuto produttivo regionale è composto da micro e piccole imprese che spesso, pur avendo competenze, know-how tecnico e potenziale industriale, incontrano maggiori difficoltà nell’accesso al credito bancario tradizionale. Questo incentivo può diventare quindi un acceleratore concreto di sviluppo per tutta la Sardegna, favorendo investimenti in innovazione, digitalizzazione, automazione e nuove attività ad alto valore aggiunto nei diversi settori economici dell’isola.
Il nuovo incentivo va letto in un’ottica più ampia di crescita e riequilibrio strutturale dei sistemi produttivi del Sud e della Sardegna, dove la spinta verso innovazione, automazione e transizione digitale diventa una variabile determinante per competere. Resto al Sud 2.0 offre un’occasione reale per chi desidera avviare o potenziare un’impresa con una visione moderna, orientata al mercato e con prospettive di lunga durata, soprattutto in territori dove spesso l’accesso al credito tradizionale risulta più complesso rispetto alle aree industrializzate del Centro-Nord.
Presentare una domanda solida, tecnicamente corretta e supportata da un business plan coerente è fondamentale per l’ottenimento delle agevolazioni. Una impostazione errata può portare a ritardi, richieste di integrazione o rigetti.
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